La storia si ripete, passano gli anni e i secoli,  cambiano i personaggi ,ma il contenuto è sempre lo stesso; a volte la pittura, a volte la scultura,  i personaggi sono sempre due, il committente e l'Artista; e nel nostro caso, Sua Eccellenza Monsignor Luigi Renzo, Vescovo di Mileto Nicotera e Tropea  e il Maestro Organista Salvatore Pronestì di Sant' Onofrio.

La Redazione di Correre.org, ha voluto documentare quest' opera senza precedenti  intrapresa da due fantastiche persone.

L'opera  in oggetto,  è il restauro dell'Organo della Cattedrale di Mileto, il più grande mai costruito in Calabria risalente agli anni 30. Detto così potrebbe sembrare cosa facile ma  la realtà è ben diversa,ed è  per questo che ho voluto documentare sia a livello fotografico che video, l'importante opera che sta portando avanti il Maestro Organista Salvatore Pronestì di Sant' Onofrio.

A Monsignor Luigi Renzo va il grandissimo merito di aver commissionato l'onerosa opera di restauro, volendo così  ristrutturare   e conservare,  un'opera di così grande  importanza e valore artistico - culturale, sia per la chiesa che per  la memoria   dei predeccessori  che hanno voluto progettato e costruito L'ORGANO DELLA CATTEDRALE DI MILETO. Salvatore Auddino

 

Breve storia dell'organo della Cattedrale di Mileto

Francesco Galante

 

Mons. Luigi Renzo è nato a Campana, in provincia di Cosenza e arcidiocesi di Rossano-Cariati, il 28 giugno 1947. Ha compiuto gli studi nel Seminario Arcivescovile di Rossano e, successivamente, nel Seminario Teologico "San Pio X" di Catanzaro; si è laureato in Teologia alla Pontificia Università Lateranense ed in Pedagogia all’Università di Urbino. È stato ordinato sacerdote per l’arcidiocesi di Rossano-Cariati l’8 agosto 1971. È membro dell’Istituto Secolare dei Sacerdoti Missionari della Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo.

Monsignor Luigi Renzo

Ha ricoperto i seguenti incarichi: Segretario di S.E. Mons. Cantisani dal 1972 al 1980;

Parroco della parrocchia di San Nilo

di Rossano dal 1980 al 1999; Rettore del Seminario Arcivescovile Minore di Rossano e Vicario Episcopale per la Pastorale dal 1981 al 1984. Dal 1993 è Vicario Generale della medesima arcidiocesi; dal 1996 è Direttore dell’Ufficio Regionale per i Beni Culturali Ecclesiastici; dal 1999 è Parroco della Cattedrale di Rossano. È stato Direttore del periodico diocesano "Camminare insieme" ed Insegnante di Religione nelle Scuole Statali. Finora è stato anche Vicario Episcopale per la Pastorale, Membro del Consiglio Presbiterale, Docente presso il Seminario Maggiore di Cosenza e l’Istituto Pastorale Regionale, Direttore del Museo Diocesano di Arte Sacra, Rappresentante della C.E.C. per i Beni Culturali presso la Regione Calabria e Consulente Ecclesiastico Diocesano dell’Unione Giuristi Cattolici. Si è occupato di studi di storia e di cultura locale. Inoltre, è autore di numerose pubblicazioni di carattere storico, pastorale e vocazionale. Collabora con la "Gazzetta del Sud" e con altri periodici. Eletto Vescovo di Mileto – Nicotera – Tropea il 28 giugno 2007, fu consacrato l’8 agosto 2007 nella Chiesa Cattedrale di Rossano da mons. Santo Marcianò, Arcivescovo di Rossano – Cariati. Ha preso possesso della diocesi l’8 settembre 2007.

Questo video documenta i lavori in corso dell'organo ed è stato ripreso giovedì 31 gennaio 2013 alle ore 10:00 a

Galleria fotografica

LA BOTTEGA

La “Bottega Organaria” di Salvatore Pronestì nasce in Cremona nel 1993, nella strettoia di Via G. Oberdan, all’ombra del campanile di S. Agata e circondata dai liutai del centro storico della città.

Il titolare, maestro organaro Salvatore Pronestì, compiuti gli studi classici e corsi di perfezionamento in organo, perviene in Cremona dove, agli studi di Paleografia e Filologia Musicale affianca la visita ad alcune botteghe organarie del luogo, cogliendone gli aspetti della lavorazione artistica e le tecniche di restauro filologico dei manufatti antichi.

Perfezionata l’arte organaria e acquisita notevole manualità apre la propria

bottega assorbendo la manutenzione di importanti strumenti esistenti in città e proponendo la costruzione e il restauro secondo la tradizione organaria italiana. La provata sensibilità acustica porta alla

collaborazione, per più anni in qualità di intonatore ed accordatore, con la Fabbrica Organi Ruffatti in Albignasego - PD -

coadiuvando alla finitura di importanti lavori di cui alcuni, oggi, in nostra manutenzione. Nel 1997, vista la crescente richiesta di restauri e manutenzioni in Italia meridionale, la “Bottega Organaria” è trasferita in Sant’Onofrio - VV -, dove viene allestito un moderno laboratorio particolarmente volto alla realizzazione di nuovi strumenti.

Inizia un’intensa attività che porta l’azienda a diventare ditta di fiducia della Sovrintendenza della Calabria per il restauro degli organi storici, riportando all’originale bellezza sonora alcuni tra i più pregevoli organi positivi presenti nelle provincie calabresi.

L’anno Giubilare 2000 è fecondo di nuove costruzioni, strumenti tra gli otto e i quindici registri vengono collocati in Sardegna, Marche e soprattutto in Puglia, dove prende avvio una continua presenza sul territorio per un’assistenza puntuale sui numerosi strumenti che tutt’oggi beneficiano di una manutenzione programmata.

In rilievo anche i numerosi ampliamenti di organi già presenti, dove la nostra bottega provvede con le lavorazioni nei propri laboratori alla costruzione delle nuove componenti tecniche e foniche, in perfetto amalgama con le strutture esistenti. Nel 2004, quale suggello ai dieci anni di attività viene costruito ed inaugurato un grande organo con 44 registri ed oltre 2000 canne, collocato nella propria abitazione dove periodicamente si offrono importanti concerti tenuti da Maestri Organisti di chiara fama. L’attività musicale, nelle varie forme e diversi organici strumentali e vocali, completa inoltre la figura della nostra Bottega, quale proposta concreta per la diffusione e la valorizzazione sul nostro territorio dell’intera letteratura organistica, della musica antica e barocca, sacra e liturgica, includendo un particolare settore dedicato alla conservazione ed esecuzione della propria musica tradizionale.

Il Consiglio Regionale della Calabria, in marzo 2006, riconoscendo il valore artistico dell’artigianato musicale, attribuisce alla nostra “Bottega Organaria” il Contrassegno di origine e qualità, iscrivendo l’azienda nell’Albo Speciale delle Imprese Artigiane unitamente alla collocazione dei nostri strumenti nella Vetrine dell’Eccellenza Artigiana della Calabria.

In ultimo, in luglio 2007, la Regione Calabria conferisce al titolare della bottega - Pronestì Salvatore - la qualifica di Maestro Artigiano per l’attività di costruzione e restauro di organi a canne, avviando così la formazione dei giovani apprendisti negli aspetti teorici e pratici dell’arte organaria, estendendo infine gli insegnamenti ai progetti musicali scolastici.

In questo video la Bottega del Maestro Salvatore Pronestì con alcuni esecuzioni all'organo

Domenico Tarcisio Cortese (San Giovanni in Fiore, 7 febbraio 1931 – Roma, 11 novembre 2011) è stato un vescovo cattolico italiano.

Nacque a San Giovanni in Fiore il 7 febbraio 1931. Entrato nell'Ordine dei Frati Minori, nel 1952 fece la professione solenne ad Assisi e fu ordinato sacerdote il 23 maggio 1954. Successivamente si licenziò a Roma in Diritto Canonico. Dal 1968 al 1977 fu ministro provinciale dei Frati Minori in Calabria, dal 1977 al 1979 padre guardiano del convento di San Francesco a Cosenza. Il 15 giugno 1979 fu eletto vescovo di Mileto e, con separata bolla pontificia, venne nominato anche vescovo di Nicotera e Tropea.

Tutta la vita di Luigi Sessa è stata dedicata alla musica sacra: come studioso, insegnante e compositore. Uomo di profonda fede e valente musicista, sapeva trasformare le note in preghiera.

Nato ad Avellino il 12 agosto 1927, ma presto trasferitosi a Firenze con la famiglia, è ordinato sacerdote nel 1950.

A Firenze è vice direttore del Seminario Minore, dove riorganizza il coro delle voci bianche. Oltre alla musica insegna anche francese.

Nel 1964 si diploma col maestro Alessandro Esposito presso il Conservatorio Cherubini.

Subito dopo l'alluvione del 1966 progetta i timbri dell'organo di Santa Maria del Fiore.

Nel 1973 viene nominato Monsignore dal Cardinale Florit e, in seguito, il Cardinale Benelli lo nomina Canonico.

Dal 1993 è Direttore dell'Istituto Diocesano di Musica Sacra di Firenze e poi anche Delegato regionale per la musica sacra e Direttore nazionale del segretariato Scholae Cantorum dell'Associazione Italiana di Santa Cecilia.

A seguito della morte di Monsignore Cirano Sartini, nel 1973 il Capitolo del Duomo lo nomina Maestro di Cappella di Santa Maria del Fiore; così Sessa va a collocarsi nella lunga tradizione dei Maestri di Cappella di questa cattedrale. Sessa trasforma il preesistente "Nucleo Canoro" nel "Coro del Duomo di Firenze", di cui sarebbe diventato maestro, anima e immagine.

Monsignor Domenico Cortese

 

Venne Calabria-Bova Vittorio Luigi Mondello, è stato tumulato nella stessa cattedrale.

consacrato nella chiesa cattedrale di Mileto l'8 settembre 1979 da mons. Aurelio Sorrentino, arcivescovo metropolita di Reggio Calabria, prendendo contemporaneamente possesso delle diocesi. Prospettò per le tre diocesi un impegno di "comunione e concordia operosa" nel vicendevole aiuto e reciproco scambio di energie, elaborando e realizzando piani di lavoro con comuni strumenti operativi. Tutto ciò cominciò ad attuare dal primo giorno di governo, trovando fattiva collaborazione del clero nelle principali direttive di lavoro interdiocesano: organismi pastorali, formazione del laicato, pastorale vocazionale, servizi assistenziali, valorizzazione del patrimonio storico-artistico. In questo modo predispose le diocesi alla piena fusione decretata dalla Santa Sede nel 1986 e ad una continuità di impegno pastorale più stabile, organico ed ordinato. Compiuti 75 anni, presentò, come previsto dalle norme canoniche, le dimissioni al Papa. Continuò a governare la diocesi fino all'ingresso del suo successore, Luigi Renzo, l'8 settembre 2007. Dopo il pensionamento si ritirò a Roma presso la Casa Sacerdotale "Madre Teresa Casile" delle Suore Oblate del Sacro Cuore di Gesù dedicandosi alla predicazione di ritiri ed esercizi in tutta Italia. Morì per arresto cardiaco l'11 novembre 2011 a Roma. Il suo corpo, dopo la celebrazione delle esequie avvenuta il 13 novembre nella cattedrale di Mileto e presieduta dall'arcivescovo metropolita di Reggio

Mons. Sessa alla consolle del grande organo Mascioni  nella Cattedrale di S. Maria del Fiore in Firenze.

Muore mentre dirige il Coro in Duomo a Firenze

 

Sotto la sua direzione il Coro del Duomo raggiunge oltre 150 elementi e diventa una struttura stabile e di alto livello. La sua "quarta famiglia", come amava dire; "famiglia giovane, perché chi canta ha il cuore giovane". Le sue altre famiglie: quella naturale, quella della Sacra Famiglia (parrocchia di appartenenza, dove il padre Torquato Tassi, prete musicista, gli aveva trasmesso "la duplice vocazione al sacerdozio e alla musica") e quella del seminario.

(fare clic per avere questa immagine più grande)

Nel 1986, durante la visita di Papa Giovanni Paolo II a Firenze, dirige allo stadio Franchi il grande coro composto da alcune migliaia di voci delle corali parrocchiali. Così come dirige poi il concerto dei cori fiorentini in San Pietro, durante il Giubileo del 2000.

Nel maggio 2001 la sua ultima importante celebrazione liturgica per l'arrivo a Firenze del nuovo Arcivescovo Ennio Antonelli: dirige in Duomo un coro formato da alcune centinaia di elementi.

Il 23 dicembre un importante concerto d'organo a Venezia, nella Basilica di San Marco, dedicato alla pace universale. Dopo la messa di Natale, poi, pur se indisposto, si reca in Calabria per un altro impegno musicale.

Il 31 dicembre ha appena finito di dirigere l'Exsultate di Scarlatti, durante l'Offertorio, nell'ultima Messa dell'anno celebrata in Duomo dall'Arcivescovo Antonelli. Dopo aver tributato sottovoce l'ultimo "bravi" ai suoi coristi "in tunica" si siede; ma chinata la testa, subito sbianca. Quando i volontari della Misericordia lo trasportano dalla sacrestia fuori dal Duomo, i suoi coristi, che nonostante lo sbigottimento del momento hanno la forza di proseguire nell'accompagnamento della Messa, cantano il Te Deum. Un segno, che non ha mancato di scuotere amici e allievi. Muore poco dopo, all'ospedale di Careggi.

Spira così, a 74 anni, come avrebbe voluto: alla direzione del suo coro e accanto al suo organo, come solo ad alcuni grandi direttori è concesso "uscire di scena".

Il Cardinale Antonelli, durante il funerale in Duomo, ricorda: "Chi canta prega due volte" come dicevano i Padri della Chiesa. Cantava così Monsignor Sessa "artista raffinato e sacerdote di elevata spiritualità e, prima di tutto, un autentico appassionato sacerdote, con un profondo spirito di pietà, gioviale e comunicativo".

Descritto da tutti coloro che lo hanno conosciuto come un personaggio carismatico, facile da avvicinare, sempre pronto a confrontarsi e a regalare parole di saggezza.

Monsignor Luigi Sessa non era semplicemente un ecclesiastico: la sua vita, la sua musica e perfino il suo sguardo hanno dimostrato il suo grande amore verso il prossimo.

Diceva sempre: "La cosa principale, per noi, è cantare le lodi verso Dio". C'era una frase che amava ripetere, il suo testamento spirituale: "Mai per noi, ma per Dio".

Come compositore Sessa ha anche armonizzato a quattro voci numerose melodie sacre e popolari, fra cui Adeste Fideles, Tu scendi dalle stelle e Stille Nacht.

Come concertista si è esibito in numerosi eventi, in Italia e all'estero.

Ha inciso tre dischi con il Coro del Duomo e numerosi altri come solista d'organo.

MONSIGNOR  PAOLO ALBERA

A Valsalice, accanto a don Bosco e a don Rua, a conclusione di una vita tutta spesa per la congregazione, fu sepolto anche il secondo Rettor Maggiore dei Salesiani, Paolo Albera. Era nato a None, un piccolo borgo della fertile campagna torinese, il 6 giugno 1845, in una famiglia profondamente cristiana. Fu l’ultimo di sette figli, anche due fratelli e una sorella si consacreranno alla vita religiosa: Lodovico fra i Minori Francescani, Luigi tra i Preti della Missione, la sorella Francesca fu Figlia della Carità. A don Bosco venne presentato dal suo parroco, Matteo Abrate, e a quell’incontro, il 1° maggio 1860, seguì l’ingresso tra i Salesiani. Tre anni più tardi fu inviato al Collegio di Mirabello, quindi, nel dicembre 1865,

dopo aver sostenuto l’esame magistrale ad Alessandria, ottenne il diploma di insegnante per il ginnasio inferiore presso l’Università di Torino. Ordinato sacerdote nel 1868, il 19 settembre dell’anno successivo prese i voti perpetui a Trofarello tra le mani di don Bosco. Questa fu la preparazione di un prete le cui doti emersero in breve tempo: assunse la carica di prefetto esterno dell’Oratorio fino al 26 ottobre 1871, quando fu inviato a dirigere l’Ospizio di Marassi a Genova che l’anno successivo fu traferito a Sanpiedarena. Da qui partiranno in seguito i primi missionari salesiani. Don Albera, oltre a rinnovare la chiesa, ingrandì l’istituto e fondò la tipografia dove nel 1877 si cominciò a stampare il Bollettino Salesiano. Nel 1881 fu nominato ispettore delle case in Francia e si trasferì a Marsiglia: in dieci anni di permanenza, portò, superando non pochi problemi, le comunità salesiane da tre a tredici. Era chiamato il “piccolo don Bosco”. Il 29 agosto 1881 fu eletto, dal Capitolo Generale, direttore spirituale della Società Salesiana e tornato a Torino si mise a disposizione del b. Michele Rua che lo volle visitatore delle case all’estero. Iniziò così un’attività che ha dello straordinario. Tra il 1894 e il 1895 visitò la Sicilia, la Francia, l’Algeria e la Terrasanta. Nel 1898 visitò nuovamente le case di Francia, quindi la Spagna e il Belgio. Nel 1900 fu la volta, nel 25° dalla partenza dei primi missionari, dell’intera missione dell’America del Sud. Nel 1903 visitò il Messico e gli Stati Uniti, l’anno seguente – in cui ebbe un’udienza privata da S. Pio X – raggiunse nuovamente la Francia, ma anche l’Austria, la Polonia, la Spagna e la Tunisia. È di quegli anni un avvenimento straordinario. A Marsiglia, con la benedizione di Maria Ausiliatrice, “guarì” una suora, profetizzandone l’avvenire. Feconda fu anche la sua attività di scrittore: alla morte di don Luigi Lasagna, importante missionario in Brasile e suo grande amico, iniziò a scriverne la biografia. Nel febbraio 1896 ottenne da don Rua l’incarico di compilare il Manuale del Direttore che sarà poi dato alle stampe nel 1915; scrisse un libro sugli Oratori festivi e le scuole di religione (1911) e una biografia di don Bosco. Il 16 agosto 1910, secondo una profezia del santo, conosciuta solo dal b. Filippo Rinaldi, fu eletto Rettor Maggiore. Resse la congregazione negli anni difficili della Prima Guerra Mondiale e fece accogliere nei collegi numerosi orfani di caduti in guerra. Verso la fine della sua “feconda giornata terrena”, ebbe la gioia, nel 1920, di veder inaugurato a Valdocco il monumento a don Bosco. In quell’anno si riunirono a congresso i Cooperatori, gli ex-allievi ed ex-allieve di Maria Ausiliatrice. Insignito del cavalierato dell’Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro, l’anno seguente don Albera morì il 29 ottobre 1921.

Autore: Daniele Bolognini

"Monachesimo e Santità in Calabria" di Mons. Luigi Renzo